Approfondimento relativo alla presenza di aree di cava e miniera inattive per l’ubicazione di impianti di smaltimento di materiali contenenti amianto
In allegato la Deliberazione della Giunta Regionale del 20 febbraio 2017, n. 25-4693 e pubblicata sul Supplemento ordinario n. 2 del Bollettino Ufficiale regionale n. 8 del 23 febbraio scorso, avente ad oggetto la “Attuazione del Piano Regionale Amianto per gli anni 2016-2020 approvato con DCR 1 marzo 2016, n. 124-7279 – Recepimento del documento “Approfondimento relativo alla presenza di aree di cava e miniera inattive per l’ubicazione di impianti di smaltimento di materiali contenenti amianto”.
Tale approfondimento assolve a quanto contenuto nel Piano Regionale Amianto relativamente alla problematica dello smaltimento dei rifiuti provenienti dalle operazioni di rimozione dell’amianto, in considerazione della carenza di impianti dedicati al conferimento di detti rifiuti sul territorio piemontese.
Il Piano evidenzia che per l’autorizzazione di impianti per il conferimento di rifiuti contenenti amianto possano essere prese in considerazione cave e miniere dismesse e stabilisce che sia condotto un approfondimento elativo alla presenza di ex aree estrattive. L’approfondimento è stato condotto dalla Direzione regionale Ambiente, Governo e Tutela del territorio, in collaborazione con ARPA Piemonte e sulla base dei dati acquisiti dal settore regionale competente in materia di attività estrattive.
Attualmente, sul territorio piemontese, gli impianti autorizzati per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto sono quattro, tre dei quali ubicati in provincia di Torino e uno situato nel Comune di Casale Monferrato, quest’ultimo dedicato esclusivamente ai rifiuti provenienti dalle bonifiche effettuate nell’area di interesse nazionale perimetrata con Decreto del 10 gennaio 2000.
I dati acquisiti nell’Approfondimento riguardano i siti estrattivi che risultano nello stato inattivo, e sia quelli a cielo aperto che in sotterraneo. Si sottolinea che nel condurre lo studio non è stata posta alcuna discriminante circa la proprietà pubblica o privata delle aree estrattive.
Il numero complessivo di cave e miniere inattive ammonta a 1.668, di cui 7 in sotterraneo (0,4%), 294 a gradoni (17,6%), 931 a fossa (55,8%), 239 a fronte unica (14,3%), 197 morfologia non specificata (11,8%), ma a fronte di una procedura di screening selettivo si è proceduto all’iniziale esclusione di oltre 1.000 siti, definendo così un elenco di 609 siti che non presentano alcun vincolo. Il provvedimento trasmesso contiene l’elenco completo delle cave e miniere inattive.
La distribuzione per Provincia è risultata essere la seguente:
Provincia |
Siti inattivi |
Siti potenzialmente idonei |
% idonei |
AL |
209 |
68 |
33% |
AT |
155 |
37 |
24% |
BI |
72 |
29 |
40% |
CN |
415 |
179 |
43% |
NO |
201 |
105 |
52% |
TO |
370 |
101 |
27% |
VC |
133 |
53 |
40% |
VCO |
113 |
37 |
33% |
|
1668 |
609 |
|
Gli esiti del lavoro condotto portano a suggerire di ipotizzare delle macro-aree che presentano caratteristiche di omogeneità e che potrebbero essere valutate quali “bacini” all’interno dei quali potrebbero trovare collocazione i materiali contenenti amianto provenienti dalle operazioni di bonifica condotte sul territorio stesso.