LA PROROGA DELLO SPLIT PAYMENT UN FURTO LEGALIZZATO DI LIQUIDITÀ CHE RAPPRESENTA LA MAZZATA FINALE PER LE IMPRESE
“In rappresentanza degli interessi delle imprese operanti nel settore delle costruzioni, richiamo l’attenzione sulla gravità della decisione annunciata dal Governo di richiedere alla Commissione Europea un’ulteriore proroga triennale del meccanismo della scissione dei pagamenti (cd. split payment – art.17-ter, DPR 633/1972), la cui scadenza era invece fissata al prossimo 30 giugno 2020”, così inizia la lettera trasmessa dal Presidente dell’ANCE Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila ai Parlamentari piemontesi.
Si tratta di una misura gravissima a carattere temporaneo che, sin dal 2015, ha compromesso l’equilibrio finanziario delle imprese operanti nei confronti della pubblica Amministrazione, specie di quelle di più ridotte dimensioni, mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza.
Il meccanismo, in particolare, pone a carico delle pubbliche Amministrazioni il versamento dell’IVA relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei loro confronti, cosicché gli operatori economici non si vedono più corrispondere l’IVA dalle Stazioni appaltanti, mentre devono comunque continuare a pagarla ai loro fornitori.
Ciò genera un incremento esponenziale del credito IVA in capo alle imprese, con una pesante perdita di liquidità, che l’ANCE ha stimato in circa 2,5 miliardi di euro l’anno, a cui si aggiungono i ritardati pagamenti della pubblica Amministrazione, che drenano ulteriori 8 miliardi di liquidità.
Visti, poi, i tempi estremamente dilatati e la farraginosità con i quali lo Stato italiano eroga i rimborsi dei crediti IVA (63 settimane di media contro quella europea di 16), il meccanismo compromette del tutto la possibilità di recuperare la necessaria liquidità in modo tempestivo.
“È chiaro, quindi – prosegue il Presidente Malabaila – che una nuova proroga triennale dello split payment vanificherebbe del tutto gli enormi sforzi che gli operatori economici stanno facendo per salvaguardare il proprio l’equilibrio finanziario nella delicatissima fase sanitaria ed economica che stiamo vivendo, che, per il settore delle costruzioni, si aggiunge tra l’altro agli effetti deleteri di una crisi perdurante e senza precedenti. Chiediamo un ripensamento totale sull’opportunità di reiterare ulteriormente l’operatività di un simile meccanismo, estremamente dannoso per le imprese e con una portata troppo ampia rispetto alla tutela dell’interesse erariale posto a fondamento dell’introduzione dello stesso”.
I costruttori specificano che lo Stato, attraverso la fatturazione elettronica, in vigore sin dal 2015 nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni ed ora applicata a tutti i rapporti commerciali anche tra privati, già dispone di uno strumento di controllo fiscale e di contrasto all’evasione nel comparto IVA che assicura la massima trasparenza e tracciabilità delle operazioni economiche, semplificando e garantendo adeguata tempestività alle verifiche tributarie.